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La dimensione di well-being nella people experience: la progettazione di una politica di gruppo

Quali sono le best-practice in tema di well-being organizzativo? Perché è importante considerare questo aspetto all’interno della propria organizzazione?

A partire da questi interrogativi abbiamo sviluppato il nostro project work per la d’Amico Società di Navigazione S.p.A., il cui scopo principale è stato l’elaborazione di una politica di well-being di Gruppo unica.

L’adozione di best practices nell’ambito del well-being garantisce ai dipendenti uno stato ottimale di salute fisica, mentale, emotiva e relazionale. Allo stesso tempo, presenta molti vantaggi organizzativi che si manifestano attraverso alti livelli di engagement, un miglior tasso di retention, bassi livelli di turnover e una migliore brand image (Litchfield, Cooper, Hancock, Watt, 2016).

Un sistema di well-being aziendale ben strutturato incrementa l’autostima, rafforza l’identificazione nell’organizzazione, comporta maggiore fedeltà e fiducia, mantiene alti i livelli di motivazione e coinvolgimento. Inoltre, incrementa la credibilità dell’organizzazione nei confronti delle proprie risorse.  Di conseguenza, tutto ciò ha un riscontro positivo sulla soddisfazione dei dipendenti e sulla produttività aziendale. (Ilenia Lamorte, 2019)

Nella prima parte del lavoro abbiamo analizzato quali fossero le leve che contribuissero al miglioramento del well-being di ogni risorsa aziendale, individuandone complessivamente otto:

  • Welfare: un sistema di servizi a sostegno del dipendente e della sua famiglia, con vantaggi fiscali anche per l’azienda;
  • Smart working: nell’era della digitalizzazione promuovere strumenti e modalità di lavoro digitali è fondamentale al fine di garantire una maggiore flessibilità ed autonomia del lavoratore;
  • Formazione: coinvolge le persone in iniziative di sviluppo delle competenze influendo direttamente sul senso di appartenenza e d’identità rispetto all’azienda;
  • Onboarding: strumento strategico rivolto alle nuove risorse che entrano in azienda, ha lo scopo di fornire gli strumenti necessari per il loro inserimento per essere pienamente operative e performanti nel tempo;
  • Health & Safety: fondamentale nel garantire la salute fisica e la sicurezza degli ambienti di lavoro e viene promossa anche attraverso la stipulazione di assicurazioni sanitarie, finanziarie e sulla vita;
  • Global mobility: riguarda le pratiche di gestione del personale in mobilità internazionale;
  • Employee experience: comprende ciò che un lavoratore osserva e percepisce durante l’intera esperienza di lavoro con un’azienda. Rientrano in questo concetto gli spazi di lavoro, le tecnologie utilizzate, la mindset aziendale.

Nella seconda parte del nostro lavoro, abbiamo mappato, per ogni leva descritta precedentemente, ciascuna delle pratiche messe in atto dall’azienda per le località geografiche più rilevanti in cui il Gruppo è presente; tra queste troviamo Roma, Londra, Dublino, Principato di Monaco e Singapore. Questo, è stato possibile grazie al sito ufficiale del Gruppo, ai Bilanci di Sostenibilità (2018, 2019, 2020), al Codice Etico (2019), al Piano Welfare, al Corporate Employee Handbook, al regolamento relativo allo Smart Working, ai risultati delle survey proposte dal Gruppo in tema di well-being e ai colloqui con il dipartimento HR.

Inoltre, per effettuare una completa e puntuale comparazione tra le pratiche già in uso nel Gruppo d’Amico e nel mercato di riferimento sono stati consultati i bilanci di sostenibilità di un campione di aziende (quotate in borsa) situate nelle medesime aree geografiche in cui sono collocate le sedi del Gruppo d’Amico. Eventuali disallineamenti e allineamenti emersi tra le pratiche sono stati schematizzati in una matrice che incrocia le diverse aree geografiche con le leve di well-being. Ciò ha permesso di evidenziare affinità e differenze principali e di poter poi descrivere gli aspetti maggiormente significativi.

La proposta di una politica di gruppo well-being

Dall’analisi è emerso che il Gruppo d’Amico risulta essere in linea con il mercato, ma che potrebbe rifinire alcune pratiche in base a quelli che sono i trend principali così da migliorare il well-being aziendale. Pertanto, l’ultima parte del lavoro, è incentrata sull’elaborazione e la proposta di pratiche di well-being da integrare a quelle già in uso in azienda e alla definizione di una Politica di Gruppo unica. Alcune delle nostre proposte sono state:

  • La creazione di workshop e seminari a partecipazione volontaria, svolti durante l’orario di lavoro, tenuti da specialisti della crescita personale;
  • Attività di formazione sui temi della Diversity & Inclusion e dell’educazione finanziaria;
  • Coaching one to one per la popolazione aziendale, in modo da favorire la crescita personale e professionale;
  • Incontri periodici con i manager di riferimento per aggiornamenti sulle attività svolte e consegna di feedback alle risorse;
  • Sostegno ai dipendenti con genitori o parenti anziani che necessitano di assistenza;
  • Potenziamento dello smart working;
  • Organizzazione e pianificazione di pranzi aziendali mensili per ciascun dipartimento, al fine è quello di creare uno spazio di incontro in un momento conviviale, come quello del pranzo, migliorando le relazioni interpersonali all’interno dell’ambiente di lavoro;
  • Musica in filodiffusione negli uffici dell’azienda, in modo da rendere più piacevoli e rilassanti i momenti di pausa negli ambienti condivisi o nei luoghi comuni di passaggio;
  • Creazione di una wellness room, come uno spazio condiviso arredato e pensato per il relax delle persone in azienda. Lo scopo è quello di creare un luogo in cui le persone possano socializzare tra loro, fare una pausa o anche lavorare con il proprio dispositivo elettronico in un ambiente alternativo;
  • Foto aziendale standardizzata per ciascuna persona, sia singola che di dipartimento per creare l’idea di una community digitale sui social, in particolar modo LinkedIn, favorendo il senso di appartenenza;
  • Contest fotografico con cadenza annuale per la giornata mondiale degli Oceani l’8 giugno. Questo evento sarà aperto a tutte le persone di d’Amico e lo scopo sarà quello di dar vita ad uno storytelling sul Gruppo scattando una foto che possa rappresentare uno spaccato della società e della quotidianità aziendale.

Perché è importante considerare questo aspetto all’interno della propria organizzazionew?

Trattare il well-being all’interno di un’azienda necessita un approccio complesso, che consideri contemporaneamente più aspetti della vita delle proprie persone, da quello individuale a quello familiare e aziendale. Inoltre, l’approccio adottato non può prescindere dalla cultura interna aziendale, dal contesto culturale di riferimento e dalle caratteristiche della popolazione aziendale, in quanto i bisogni variano da generazione a generazione. Considerare il benessere delle risorse non genera esclusivamente risvolti a livello individuale, ma anche sul piano organizzativo, i quali si manifestano con maggiori livelli di engagement, retention, un miglioramento della performance e, conseguentemente, maggiori ricavi economici. ​​

La dimensione del well-being, essendo collegata ad aspetti profondamente soggettivi della persona, richiede uno sforzo ulteriore alle organizzazioni che intendono attenzionare e curare questo ambito. La natura di queste pratiche richiede un monitoraggio costante della loro efficacia, dei miglioramenti che apportano alla condizione della persona e della loro reciproca compatibilità. Porre la persona al centro, contemplandone il suo senso più autentico e vasto possibile, è una consapevolezza che tutte le aziende oggi stanno acquisendo. Audacia e innovazione in questo ambito oggi si convertiranno in consistenza e attrattività per le persone in futuro.

di Davide Cacace, Chiara D’Agnese, Ludovica Frezza, Ludovica Rabbito, Andrea Torrisi, Federica Diglio
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